Il Festival di Sanremo 2023 è alle porte e tra i 28 Big in gara che si apprestano a calcare il palco del Teatro Ariston dal 7 all’11 febbraio c’è anche Will, uno dei 6 vincitori della finale di Sanremo Giovani con il brano Le cose più importanti. Porta la canzone Stupido, in uscita durante la settimana della kermesse, con l’etichetta Capitol Records (Universal Music Italy). «Stupido parla di stupidità legate all’amore. Cose che si fanno quando le parole non bastano più», anticipa in conferenza stampa.
Will: ‘Vado a Sanremo 20233 con i piedi per terra’
Will arriva a Sanremo 2023 «con i piedi per terra», sottolinea, con la consapevolezza di chi è ancora giovane, ma con le idee molto chiare. «Già essere alla finale di Sanremo Giovani è stato un gran traguardo. Devo ancora realizzare a cosa sto andando incontro. Penso solamente alla musica e ad arrivare pronto. Vorrei rispettare la storia di questo palco».
La canzone è nata durante la pandemia, «non è arrivata di pancia. Ci ho lavorato per scrivere una cosa che fosse per tutti e non solo per il mercato giovane». Quando si è prospettata la possibilità di Sanremo, ha pensato che potesse essere «il pezzo perfetto o almeno il migliore tra quelli che avevo. Spero di cantarla bene, all’altezza di quel palco. Cantare con l’orchestra (diretta dal Maestro Valeriano Chiaravalle, ndr) mi gasa, ci tengo a fare una buona esibizione».
In merito al testo, mette l’accento sulla bellezza dei piccoli gesti, «quelle piccole cose che ci rendono felici nei rapporti umani. Dire cose anche banali a volte è difficile. Credo che Stupido sia quella canzone che esprime concetti banali, ma che banali non sono». L’obiettivo di Will è ricordare di «cercare le cose carine nei rapporti e dimostrare quanto ci tieni alle persone», anche facendo cose stupide.
La serata Cover e il mito di Fabrizio De André
In merito alla serata delle Cover, invece, non può ancora annunciare con chi duetterà. Ad oggi è dato sapere che è «molto fiero di quello che andremo a fare e spero possa piacere a tutti». Inoltre, non svela se il brano sarà solo in italiano o se avrà degli innesti in inglese, date le sue origini anglosassoni, grazie alla madre, di Manchester. Infine, dichiara che, se avesse potuto scegliere, avrebbe avuto come ospite Fabrizio De André, uno degli autori che più apprezza.
Pensando alla competizione, ammette di sentirne il peso, «è giusto non mentire. Si cercherà di fare il meglio possibile, ma Sanremo non è solo questo. Penso al mio di viaggio, senza pensare alla classifica, anche se è una gara. È inutile fare finta di ignorarla. Ho avuto occasione di scambiare due chiacchiere con qualche Big e credo che siamo tutti (i vincitori di Sanremo Giovani, ndr) sulla stessa barca di artisti enormi. È incredibile, ne vado fiero e spero di rubacchiare con gli occhi da tutti».
Dopo Sanremo 2023 lo aspetta il tour. «Con i live ho capito qual è il passaggio che ti rende artista», spiega. «Sentire la gente è una cosa diversa che guardare i numeri e le vendite. Abbiamo preparato spettacolo live che due anni fa era impensabile. Era una cosa alle quali non davo importanza e sbagliavo».
Chi è Will
La musica arriva nella vita di Will per caso, dopo un passato da sportivo. «Mi stavo annoiando e cercavo un modo per esprimermi, lontano dal giudizio di tutti. La musica è posto in cui mi sento completamente me stesso. Libero», dice.
Nato nel 1999 a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, William Busetti dà il via alla sua carriera a vent’anni. La sua piazza è YouTube, fino a quando nel 2020 pubblica il primo singolo, dal titolo Rosso. Seguono Prima sera e Fiori nel deserto.
L’esclusione da X Factor 2020
Inizia ad avere visibilità e nello stesso anno partecipa a X Factor 14. Nel talent show di Sky trova posto fino ai Bootcamp. Poco male, perché il passaggio gli porta fortuna e l’inedito eseguito alle Audizioni gli porta fortuna. Estate viene certificato disco di platino.
A proposito di X Factor, ammette con umiltà che l’esclusione ai Bootcamp è stata una decisione onesta da parte dei giudici. «Sanremo 2023 non è una rivincita. In quella occasione ero talmente acerbo e in balìa di quello che stava succedendo, che va bene così. Se mi avessero preso avrei sentito di aver rubacchiato. Se mi guardo indietro, hanno fatto bene ad avermi eliminato. Se c’è una cosa che mi ha insegnato lo sport è che le bocciature servono».