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Marilyn ha gli occhi neri su Netflix, recensione del film con Accorsi e Leone

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Stefano Accorsi e Miriam Leone in Marilyn ha gli occhi neri, film di Simone Godano, disponibile su Netflix

Stefano Accorsi e Miriam Leone sono i protagonisti di Marilyn ha gli occhi neri, film di Simone Godano uscito al cinema lo scorso ottobre e disponibile su Netflix dal 27 gennaio 2022 e adesso anche su Sky Cinema e NOW. Una pellicola intensa, che affronta un tema difficile da esplorare, ancora avvolto dai tabù: i disturbi mentali.

La trama di Marilyn ha gli occhi neri

Clara (Miriam Leone) e Diego (Stefano Accorsi) frequentano un centro diurno di riabilitazione diretto dal dottor Paris (Thomas Trabacchi), lo psichiatra che conduce gli incontri di gruppo. Clara rifiuta il percorso riabilitativo e si trincera dietro una vita fatta di bugie e sogni che non trovano riscontro nella realtà, ma che le consentono di vivere un’esistenza immaginaria per non fare i conti con i propri demoni.

Diego è un eccellente chef affetto da un disturbo ossessivo compulsivo e con parecchie difficoltà nel relazionarsi agli altri. Inoltre, ha una situazione familiare critica: dopo il divorzio dalla ex moglie, è tornato a vivere con il padre e può vedere la figlia solo in presenza degli assistenti sociali, il suo dolore più grande.

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Miriam Leone nel film Marilyn ha gli occhi neri. Interpreta Clara Pagani

Marilyn ha gli occhi neri parte dal suo arrivo al centro. Dopo lo spaesamento iniziale, Diego trova in Clara un’amica, una spalla fidata, qualcuno con cui aprirsi. Tra le attività del centro vi è la preparazione del pranzo per gli anziani frequentatori della vicina bocciofila. Clara e Diego lo fanno insieme agli altri pazienti: vi è chi crede di essere un agente segreto sotto attacco, chi non parla, chi vede e disegna solo mostri, chi ha la sindrome di Tourette.

La preparazione del cibo per gli anziani della bocciofila è un disastro a causa delle reciproche difficoltà, ma nel caos Clara trova una via di fuga: scrive magnifiche recensioni sul ristorante Monroe, un luogo nascosto, che può riservare sorprese. Il Monroe, in realtà, non esiste, come la tournée teatrali a cui Clara dice di dover prendere parte.

Le recensioni, però, fanno accrescere la curiosità e arrivano i potenziali clienti. Dopo il rifiuto iniziale, incoraggiata da Diego, Clara accetta le prenotazioni e il Monroe si trasforma in realtà. L’escamotage per non far percepire nulla ai clienti è dire che si tratti di una messinscena a opera di attori professionisti.

Il trucco funziona e il Monroe è un trionfo. Per la prima volta, ciascuno dei suoi impiegati riesce a comunicare con il mondo esterno, a non esserne schivato e a sentirsi gratificato. Diego torna a cucinare nonostante le sue fissazioni e Clara, per la prima volta, sale sul palco che ha sempre sognato, ma che non ha mai avuto il coraggio di calcare, se non nella sua testa.

La recensione di Marilyn ha gli occhi neri

Marylin ha gli occhi neri è un film intenso, dicevamo. Lo è grazie a molteplici elementi, primi tra tutti la bravura di Stefano Accorsi e Miriam Leone. Credibili, meticolosi, puntuali nell’interpretare due personaggi complessi e dalle mille sfaccettature, ma soprattutto dai mille drammi interiori. Semplicemente eccezionali.

Il corpo, le espressioni del viso, la prossemica: l’interpretazione di Accorsi è una completa metamorfosi. Guardi il film e vedi Diego, l’attore sparisce. Lo stesso vale per Miriam Leone, forse nel suo ruolo più intenso e drammatico interpretato fino ad ora. La sua Clara Pagani è una donna che rifugge le paure, ma soprattutto rifugge la malattia e il percorso di accettazione sarà lungo e tortuoso.

Marilyn ha gli occhi neri è anche un film dolce. La dolcezza e la tenerezza non vengono mai meno, nonostante i molteplici registri utilizzati, tra cui la rabbia, la rassegnazione e la disperazione. Attenzione, però, perché non vi è pietismo, ma solo la voglia di aprire una finestra su una porzione di società raccontata poco e male.

Qui la diversità diventa una sfumatura della normalità, che alla fine altro non è che l’insieme di tante diversità. La diversità che alla fine diventa rivincita e anche speranza, nonostante le batoste, le cadute e le ricadute.

Il trailer di Marilyn ha gli occhi neri

 

 

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