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La Direttrice, serie Netflix con Sandra Oh: la lunga battaglia delle donne

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La Direttrice, su Netflix la serie tv con Sandra Oh

Tra le nuove serie sbarcate in estate su Netflix campeggia La Direttrice – The Chair, con Sandra Oh. Sei episodi per raccontare la vita del College Pembroke dal punto di vista dei docenti, che si scontra con quello degli studenti. Uno scontro generazionale, al centro del quale vi è la figura della nuova direttrice, Ji-Yoon Kim, interpretata appunto dalla Oh.

La trama de La Direttrice

Ji-Yoon è incaricata di dare nuova linfa al College, a corto di iscrizioni. Per riuscirci si affida alla collega Yazmin McKay, brillante docente afroamericana, e a Bill, ex collega al quale è legata da una profonda amicizia (e forse non solo). Nel mentre, si scontra con i decani dell’istituto, professori vicini alla pensione, ancorati ai metodi del passato e poco inclini al cambiamento.

In un tira e molla tra il rigore del passato e la curiosità verso il futuro, La Direttrice mette in luce i problemi che assillano la società contemporanea. Ji-Yoon è la prima direttrice donna di Pembroke. Un evento singolare, che dovrebbe traghettare il College nel ventunesimo secolo. O almeno, questo è il suo compito.

Per riuscirci, Ji-Yoon deve imparare a mediare prima e a imporsi poi. Non sarà impresa facile, però, perché lo scontro generazionale e la diversità di vedute alimentano tutta la serie. A colpire della serie, però, non è la difficoltà del capo di risultare persuasivo, quanto la figura della donna all’interno dei posti di potere.

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Sandra Oh in una scena de La Direttrice – The Chair, su Netflix

La donna nei posti di potere

‘Our first female Chair, already a troublemaker, la nostra prima direttrice donna, ed è già una piantagrane’, esclama in modo ironico Joan. E Ji-Yoon è proprio vista così: una donna di 45 anni, arrivata al posto di comando dopo anni di sacrifici e una vita dedicata allo studio. Sulla carta, un traguardo ragguardevole; nella pratica, un ingrato compito. Ji-Yoon, infatti, per fronteggiare la dispersione di iscritti, non può apportare i cambiamenti che vorrebbe, ma è costretta a sottostare alle dure regole di Pembroke. Non senza ripercussioni  con i colleghi coetanei, ragion per cui prova ad agire a proprio modo, inimicandosi il board.

La Direttrice è un parziale affresco realistico del mondo del lavoro, uno spaccato di verità al di là della retorica. Se, da una parte, la serie strizza l’occhio agli stereotipi e alle tematiche di estrema attualità, dall’altra porta alla luce il maschilismo ancora oggi imperante.

Ji-Yoon è una donna giunta alle posizioni apicali della propria professione, che ama in modo ancestrale, dicevamo. Inoltre, è una mamma single, alle prese con le difficoltà di crescere una figlia adottiva da sola. A tale proposito, da segnalare il personaggio di Ju-Hee Ju Ju Kim, interpretato da una eccezionale Everly Carganilla.

La (vera) solidarietà femminile

Accanto a Ji-Yoon, poi, le figure di Yazmin e Joan. La prima racchiude in sé tutti i clichés: afroamericana, giovane e, soprattutto donna, appunto. La seconda, è una tra le professoresse più anziane e più pagate di Pembroke, ma è costantemente discriminata dai colleghi uomini e dall’università stessa, al punto che il suo ufficio viene spostato, a sua insaputa, in un sottoscala.

Sia Yazmin sia Joan sono due donne brillanti, due docenti preparate, con diverse medaglie nel proprio palmares, ma per i colleghi uomini rimangono sempre e comunque mediocri proprio perché donne. Non è un giudizio esplicito, ma sottile, che si evince battuta dopo battuta, scena dopo scena. La stanza dei bottoni è ancora governata dagli uomini e la presenza delle donne è tollerata, ma non ancora sdoganata.

L’attualità raccontata da La Direttrice

Accanto ai problemi sessisti, La Direttrice si occupa anche del punto di vista delle nuove generazioni, più portata al dialogo anziché alla ricezione passiva del sapere. In particolare, poi, si sofferma sul potere dei social network e sui rischi corsi da Pembroke, evidentemente incapace di fronteggiare un polverone mediatico.

Nel complesso, è una serie contemporanea, necessaria, che fa riflettere, ma anche sorridere. Il finale lascia intravedere la possibilità di una seconda stagione, anche se al momento da parte di Netflix tutto tace. Se dovesse essere rinnovata, i nuovi episodi sarebbero disponibili non prima dell’estate 2022.

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