Nei giorni in cui impazza il dibattito sulla presenza delle donne in ruoli apicali solo dopo gli ‘anta’, su Netflix arriva Workin’ moms 6. Uscita martedì 10 maggio 2022, la sesta stagione della serie canadese, nel corso dei 13 nuovi episodi, traccia un interessante quadro della situazione femminile attuale. Un quadro ovviamente non italiano, poiché nel Belpaese una tale compagine è pressoché improbabile o solo l’eccezione.
La trama di Workin’ moms 6
Ironia – ma neanche troppa – a parte, la trama della nuova stagione di Workin’ moms è un prosieguo della quinta, con qualche innesto funzionale alla storia. Kate Foster (Catherine Reitman) è alle prese con un delicato problema di lavoro. La scrittrice che l’ha assunta come PR sta per pubblicare un libro contro un’azienda, anch’essa sua cliente, e fino alla fine sarà una dura lotta tra poteri forti.
Sul piano familiare le cose non procedono benissimo. In casa è arrivato Nathan Jr., il figlio del marito Nathan (Philip Sternberg). Il ragazzo sta ancora elaborando il lutto per la morte della madre e fa fatica ad ambientarsi. A Kate spetta il compito di trovare un varco per un dialogo sano e costruttivo.
Anne Carlson (Dani Kind) è nel pieno di una crisi esistenziale. Il marito viene assolto, ma il rapporto di coppia non procede a gonfie vele. Anche il rapporto con la figlia Alicia è tutt’altro che sereno e presto Anne inizia a mettersi in discussione come donna, madre e anche psichiatra.
Sloane (Enuka Okuma) è una dirigente di una casa editrice. Si confronta con colleghi uomini e lotta come un leone nella savana per far sentire la propria voce. E’ una donna in carriera e per il lavoro ha rinunciato all’amore, ma inizia a maturare il desiderio di diventare madre. Nel corso degli episodi si scontrerà con il ‘mondo nuovo’ che l’aspetta.
La recensione di Workin’ moms 6
Workin’ moms 6 affronta tematiche attuali utilizzando il registro della comicità e dell’ironia. Le protagoniste della serie Netflix sono tutte donne vicine ai quarant’anni, che fanno di tutto per realizzarsi sia sul piano personale sia su quello professionale.
Nei nuovi episodi è lasciato ampio spazio alla maternità, sviluppata su più fronti. Vi è il rapporto genitori-figli attraverso le varie fasi, dalla nascita all’adolescenza. Vi è il rapporto con il partner dal primo incontro alla crisi dopo tanti anni insieme. Vi è il lavoro, che spesso fatica a incastrarsi con le esigenze familiari.
Le protagoniste fanno di tutto per tenere tutto in equilibrio. Si mettono in discussione, vanno in crisi, per poi ritrovarsi, o almeno provarci. E’ un quadro positivo che racconta le donne di oggi in modo abbastanza realistico. Certo, è ambientata in Canada e non in Italia, in un mondo del lavoro meno maschilista, in cui la condizione della donna non è ferma a cinquant’anni fa.
Un ritratto della donna contemporanea
In comune, però, vi sono le problematiche, gli impegni, i dubbi, le difficoltà del quotidiano che giorno per giorno si incontrano. Kate, Anna e Sloane rappresentano tre tipologie di donne diverse, accomunate dal bisogno di far funzionare tutto, pur sbagliando. Workin’ moms 6 non è una serie ipocrita. Affronta varie tematiche attuali, seppure in modo edulcorato, ma in fin dei conti neanche tanto. I dialoghi sono ben costruiti e gli episodi scorrono velocemente.
Inoltre, i prototipi raccontati fanno sì che, chi più chi meno, possa rispecchiarsi in una delle protagoniste. Ritrovare le stesse situazioni in Italia risulta parzialmente inverosimile, ma è un interessante spaccato della donna contemporanea, esperta equilibrista nel conciliare lavoro e famiglia senza rinunciare a sé stessa.