Venezia 78 ha aperto le danze e lo ha fatto nel migliore dei modi: con una dichiarazione d’amore. Autore di questo inno al sentimento più puro è Roberto Benigni. Premiato con il Leone d’Oro alla carriera, l’attore e regista Premio Oscar ha trasformato il discorso di ringraziamento in un’ode a Nicoletta Braschi. Sua moglie, la sua compagna di lavoro, la sua musa, la sua Beatrice.
Dopo aver ringraziato tutti – tutti – i registi con cui ha lavorato nella sua carriera, e aver ricordato da dove è partito (‘Io vengo dal nulla, da una povertà meravigliosa, aristocratica, e tante persone mi hanno accompagnato in questo viaggio che mi ha condotto a questo meraviglioso regalo’), si è concentrato sulla sua metà.
Benigni a Nicoletta Braschi: ‘Questo premio è tuo’
‘Concedetemi qualche parola per una persona che è nell’apice dei miei pensieri, come dice Dante il Paradiso alla mia mente. La mia attrice prediletta, Nicoletta Braschi, alla quale non posso nemmeno dedicare questo premio perché è suo. Ti appartiene, lo sai, lo dedicherai a chi vuoi tu’, dice.
‘Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni ininterrotti di lavoro. Quanti film abbiamo fatto? Che poi come si fa a misurare il tempo in film? Io conosco una sola maniera di misurare il tempo: con te e senza di te. Questa è la mia maniera di misurare il tempo, lo è sempre stata’, prosegue.
‘E allora questo premio ce lo possiamo dividere. Io mi prendo la coda per manifestare la mia gioia, per farti vedere la mia allegria, il resto è tuo. Le ali, soprattutto, sono tue perché se qualche volta nel lavoro che ho fatto qualcosa ha preso il volo è grazie a te. Al tuo mistero, al tuo fascino, alla tua bellezza, al tuo talento di attrice. Quante cose ho imparato osservandoti recitare sul set! Alla tua femminilità, al fatto di essere donna. Le donne, come si sa, è qualcosa che noi uomini non comprendiamo, è veramente un mistero senza fine’.
‘E’ stato un amore a prima vista, anzi a eterna vista’
‘Aveva ragione Groucho Marx – continua Roberto Benigni – quando diceva ‘gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta’ e aveva ragione, è la verità, è così. Io non ce l’ho fatta a essere come te, Nicoletta. E’ tutto grazie alla tua luce, se qualcosa di bello e buono ho fatto nella mia vita è stato sempre attraversato dalla tua luce. Quanta luce emani! La prima volta che ti ho vista ricordo emanavi talmente tanta luce che ho pensato che nostro Signore facendoti nascere avesse voluto adornare il cielo di un altro sole. E’ stato quello che si dice un amore a prima vista, anzi a ultima vista, anzi a eterna vista‘.
Una dichiarazione d’amore in piena regola, di quelle a cui non siamo abituati, specialmente in occasioni pubbliche, spesso intrise di tanta retorica e poca emozione. Roberto Benigni, invece, sbarca a Venezia 78 e, come sempre, lascia il segno. Stavolta lo fa con parole semplici, scelte per descrivere il sentimento più ancestrale, ma troppo spesso bistrattato.
Il sogno di Roberto Benigni
La sua ode all’amore, però, non è solo rivolta a Nicoletta Braschi, ma a anche al cinema e, soprattutto, a chi lo ha accompagnato in questo viaggio incredibile. Inoltre, pone l’accento sull’amore universale e lo fa senza pudore.
Il cinema è una lente d’ingrandimento sulla realtà e sui sentimenti che la governano, ma anche sogno. E stavolta il sogno è regalato non dai film in gara, ma da chi ha fatto di quel sogno la propria vita.