‘7 ospiti, solo una donna! Come mai?? Con rammarico devo declinare l’invito, come scelta professionale non partecipo a nessun evento che non implementa la parità e l’inclusione’. Con queste parole su Twitter Rula Jebreal rifiuta l’invito di Propaganda Live per la puntata di venerdì 14 maggio. La presenza della giornalista infatti, era stata annunciata dagli account ufficiali del programma di La7, insieme a Valerio Aprea, Caparezza, Fabio Celenza, Colapesce e Dimartino, Elio, Enrico Melozzi, Claudio Morici, Memo Remigi e Michele Serra.
Secondo le parole della Jebreal, le ragioni del forfait sono da ricercare nella composizione del parterre. Troppo maschile, troppi uomini, a fronte dell’unica presenza femminile. Un’osservazione corretta sulla carta, se non fosse che Propaganda Live annovera nel suo cast anche Constanze Reuscher e Francesca Schianchi, che insieme a Paolo Celata e Marco Damiano compongono il cast fisso.
Rula Jebreal: ‘La parità un principio morale’
Quando la polemica si accende e in tanti considerano la protesta fuori luogo, la giornalista risponde su Twitter: ‘Le mie parole al Festival di Sanremo e il mio impegno per la parità e l’inclusione sono principi morali che guidano la mia vita. Non sono solo parole, sono scelte! La sottorappresentazione femminile nei media italiani è parte centrale del problema‘.
Che l’Italia abbia un problema con la parità siamo tutti d’accordo. Che si accusi La7 di portare avanti la sottorappresentazione femminile un po’ meno. La7 è la rete più femminile, se vogliamo, di tutta la televisione italiana. Basti pensare che dalla mattina all’access prime time, il palinsesto è affidato a tre donne, Myrta Merlino, Tiziana Panella e Lilli Gruber, e non si occupano di cucina e ricamo, bensì di politica!
La decisione di Rula Jebreal è libera e insindacabile. Viene, però, da chiedersi perché affidare questo genere di scelte ai social nel momento in cui il programma dà ancora per certa la sua presenza. Ci chiediamo, quindi, prima di dare notizia del proprio forfait, Rula Jebreal e la rete non hanno avuto contatti?
La battaglia per l’affermazione dell’uguaglianza di genere è sacrosanta, ma tacciare di maschilismo il programma di Diego Bianchi in arte Zoro appare eccessivo. La richiesta di parità e inclusione è necessaria, ma va forse calibrata e adattata al contesto. Il fatto che Rula Jebreal fosse l’unica donna ospite della puntata non può essere stato solo un caso?
Ci chiediamo: così facendo non si rischia forse di alzare i toni e esasperare fino a banalizzare una battaglia di per sé giusta?