Nel 2004 Roberto Vecchioni pubblica un libro dal titolo Il libraio di Selinunte che narra la storia di un libraio e di un ragazzo che lo ascolta. O meglio, di un’umanità che ha dimenticato il significato e l’uso delle parole e dell’unico superstite in grado di mantenerne viva la memoria.
L’amore per l’insegnamento e per le parole di cui parla nel libro non lo ha mai abbandonato e torna prepotente adesso, a sedici anni di distanza, con Le parole della settimana. Ospite fisso del programma del sabato sera di Rai 3 condotto da Massimo Gramellini, è titolare della rubrica di Educazione Civica. In ogni puntata, affronta temi di attualità stringente, ma lo fa con una chiave inedita.
Non sale in cattedra, non indossa l’abito del dotto intellettuale, ma quelli del docente, nel senso più puro e alto del termine. Analizza parole del lessico comune e le inserisce in un contesto più ampio. L’etimologia e il racconto storico fanno da sfondo a una narrazione stimolante, che attira l’attenzione anche del più svogliato degli studenti, pardon, dei telespettatori.
È un uomo di cultura, che sa come spiegare e rendere piacevoli anche gli argomenti più ostici, grazie a un approccio non comune. Con l’ausilio di una lavagna, davanti all’alunno Gramellini, parte dalla notizia della settimana e la analizza, aiutandosi con la storia. Una digressione nel passato per raccontare il presente. Il racconto serve per analizzare la situazione attuale.
L’attualità spiegata attraverso la storia
Parte da un’affermazione di Beppe Grillo per spiegare il significato di democrazia e, tra una figura retorica e un riferimento alla storia greca, arriva alla spiegazione del termine idioti. ‘Quelli che non si occupano della città ma di sé stessi soltanto si chiamano idiotai‘. Breve riflessione sul fatto che ‘molti idiotai si occupano soltanto degli altri, soprattutto in internet’. Da qui, un volo fino a Pericle e alla democrazia come espressione non della maggioranza del volere del popolo, ma ‘il consenso a dissentire’.
Non vi è analisi politica, bensì sociologica. Una vera e propria lezione di educazione civica, materia che andrebbe reinserita in tutte le scuole di ordine e grado. Riproporre in televisione un tale esperimento è Servizio Pubblico. Jeans, maglione e lo sguardo sorridente: Roberto Vecchioni è il ritratto di chi condivide il proprio sapere per amore di conoscenza e non per avidità di consensi.
Roberto Vecchioni come Alberto Manzi
In un’epoca in cui si discetta spesso del ruolo e della responsabilità della scuola come istituzione capace di formare le generazioni del domani, il Signore delle parole – come lo definisce Gramellini – è una boccata d’aria fresca. Si presenta come un maestro, un compagno di viaggio, un esperto di vita a cui chiedere consiglio. Negli anni ’60 il maestro Alberto Manzi insegnava agli italiani a leggere e scrivere, contribuendo al progresso culturale del Paese. Oggi lo fa Roberto Vecchioni, non per alfabetizzare i telespettatori, ma per indurli al ragionamento e ravvivare la sete di conoscenza, ultimamente smarrita.
Il libraio di Selinunte
Ho conosciuto Roberto Vecchioni nel 2004, proprio in occasione della presentazione de Il libraio di Selinunte. Non fu la classica presentazione di un libro, ma un vero e proprio incontro con l’autore, conclusosi con una cena durante la quale lesse parti del testo, accompagnato da una violinista. A fine serata, mi avvicinai per chiedergli di firmare la mia copia e gli dissi che avrei voluto avere un professore come lui. Mi chiese qualcosa di me e mi lasciò la sua mail qualora avessi avuto bisogno di consigli. Non trovai il coraggio di scrivergli, ma non smisi di seguirlo.
Negli anni ho continuato ad ascoltare le sue canzoni, ho tifato per la sua vittoria al Festival di Sanremo nel 2011 con Chiamami ancora amore e, soprattutto, non ho mai messo da parte l’ammirazione per il Vecchioni professore, professione che ha sempre esercitato in parallelo alla carriera discografica. A tal proposito, il 23 ottobre esce Montecristo, un’edizione limitata dello storico album in occasione del quarantesimo anniversario dalla pubblicazione. Al suo interno, un inserto con illustrazioni di Andrea Pazienza e la presenza di tre ospiti speciali: Lucio Dalla, Eugenio Finardi e Antonello Venditti.