A dieci giorni dalla scomparsa di Raffaella Carrà, la Spagna le intitola una piazza. La città prescelta è Madrid, tra il numero 43 e il numero 45 di una piazzetta della calle Fuencarral. Un gesto simbolico molto significativo per l’artista amata da sempre dal popolo spagnolo. A presentare la mozione è stata la portavoce del partito Más Madrid, Rita Maestre, definendo la Carrà ‘un simbolo per la libertà sessuale e per i diritti LGBTQ’. Nel 2017 era stata insignita del titolo di Icona Gay Mondiale e regina dell’orgoglio gay durante il World Pride.
La Spagna, dunque, accoglie l’eredità artistica di Raffaella Carrà, rendendola concretamente immortale. E lo fa tempestivamente, sulla scia del dolore collettivo per la sua morte. Un modo per tramutare in fatti ciò che era stato annunciato all’indomani della sua scomparsa.
In Italia ancora tutto tace. L’unica proposta avanzata fino ad ora riguarda l’Auditorium Rai del Foro Italico. E’ stata Milly Carlucci a suggerire che venga intitolato alla Raffaella Nazionale in memoria degli anni incredibili che l’hanno vista protagonista all’interno di quegli studi.
La Rai non si è ancora espressa in via ufficiale, ma l’affetto e l’attenzione tributatele farebbero ben sperare. Ovviamente ci si augura che si giunga presto a una decisione, senza alterchi e lotte tra fazioni, come spesso accade nel Belpaese. Per una volta, potremmo prendere esempio dagli altri Paesi e replicare quanto già fatto altrove. Del resto, se la Spagna, sua seconda patria, le intitola una piazza, il minimo che possa fare l’Italia è intitolarle l’Auditorium Rai del Foro Italico e non solo.
Non è una gara a chi offre il maggiore riconoscimento, ça va sans dire, ma un regalo, l’ultimo, per cristallizzare una volta e per sempre l’importanza dell’artista nella storia della musica, della televisione e del costume italiani.