Manca una settimana esatta all’inizio del Festival di Sanremo 2020. Martedì 4 febbraio si darà finalmente il via all’evento più importante della televisione italiana e il conduttore Amadeus e i cantanti sono già nella cittadina ligure per le prove della settantesima edizione del programma più importante della televisione italiana.
Mai come quest’anno, il Festival è stato travolto dalle polemiche ancora prima che iniziasse. Anzi, ancora prima che venissero annunciati i cantanti in gara. Forse ancora prima che fosse annunciato il presentatore prescelto.
Le polemiche sul Festival di Sanremo 2020
In ordine: la trattativa – mai confermata – con Chiara Ferragni, la lista dei Big lanciata da Chi e rilasciata da Amadeus a Repubblica il giorno dopo, la presenza di Rula Jebreal, la frase su Francesca Sofia Novello (“Sa stare accanto a un uomo pur stando un passo indietro”), il forfait di Salmo, il forfait di Monica Bellucci, il cachet di Georgina Rodriguez, il cachet di Roberto Benigni. E poi i testi delle canzoni, presenti e passate, nello specifico di Junior Cally. ‘Incita alla violenza, deve essere estromesso dalla gara’, gridavano i più, una volta detto addio alla messa al rogo di Amadeus per i motivi di cui sopra.
Sette giorni all’inizio della kermesse, dunque. Sette giorni in cui sarà consentito agli animi di placarsi, visto che le polemiche sembrano essersi già esautorate nell’arco di un paio di settimane.
Al Festival di Sanremo, però, non si può mai star tranquilli. Tutto fa brodo e tutto è concesso, per un motivo molto semplice: perché Sanremo è Sanremo. Ecco, allora, che le polemiche riprenderanno appena Amadeus farà il suo ingresso in scena.
I commenti feroci
‘Non è adatto’, ‘era meglio Tizio’, ‘le canzoni sono orribili’, ‘le donne sono trattate come oggetti’, ‘il Festival è pagato con i soldi del canone, chiudetelo’, eccetera eccetera. Alla luce della tempesta che ha dovuto attraversare il povero Amadeo Sebastiani, è facile prevedere quale sarà il tenore delle critiche.
Se, fino ad ora, il conduttore si è reso disponibile a chiarire ogni sua frase, forse per mettere a tacere anche le polemiche più pretestuose, la speranza è che, d’ora in poi, faccia sì che a parlare sia solo lo spettacolo vero e proprio.
Ci sarà sempre chi avrà da ridire e quest’anno i detrattori sembrano essere parecchi. Proprio per tale ragione, è d’uopo dire basta. Del resto, durante i Festival targati Carlo Conti nessuno osava polemizzare per qualsiasi cosa. Certo, Conti non lasciava trapelare grandi indizi su ospiti e scaletta se non il giorno prima, ma vi era comunque grande rispetto per il lavoro – duro, durissimo – di quei giorni.
Amadeus è stato troppo disponibile? Forse sì. Svelare gran parte degli ospiti circa tre settimane prima non è stata una mossa furba, ma è evidente che sia stata fatta in buonafede.
Sulla questione sessista, infine, auspichiamo che sia giunta a conclusione, non per le parole di Amadeus quanto per la completa infondatezza della stessa. Non ha sminuito le donne e si è voluto attribuire alle sue esternazioni un significato completamente diverso.
Lo spettacolo e le polemiche future sul vincitore
L’augurio, a questo punto, è che da martedì 4 a sabato 8 febbraio i telespettatori assistano a uno spettacolo pregevole, ben costruito, ricco e trasversale, che non lasci spazio a critiche di alcun genere. La speranza che ciò accada è bassissima, non per poca fiducia nei confronti del gruppo autorale bensì per la folle corsa al commento, più o meno sarcastico, che invade Twitter e affini, per poi esondare verso terreni ben più ampi.
Del resto, il Festival di Sanremo è, sì, l’evento televisivo dell’anno nonché specchio del Paese, ma è anche uno spettacolo di intrattenimento e come tale andrebbe trattato. Ben vengano, dunque, le critiche sulle canzoni, sugli abiti, sulle acconciature e ben vengano i pronostici. Sperando di poterci rilassare per tutta la durata della kermesse. Almeno fino alla proclamazione del vincitore. Perché sarà in quel preciso istante che si darà il via a una nuova ondata di polemiche su chi ha conquistato il gradino più alto del podio.
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