La prima serata del Festival di Sanremo 2020 è andata e Amadeus ha già portato a casa il primo record di ascolti: 10 milioni 58mila telespettatori, pari al 52,2% di share. Un ottimo risultato, il più alto, in termini di share, dal lontano 2005. Una scommessa vinta, per un Festival governato dalle polemiche e per un conduttore che non ha goduto della benché minima fiducia, soprattutto dagli addetti ai lavori.
Il commento di Amadeus dopo la prima serata
“Sono felicissimo. Penso che Sanremo sia un’unica grande serata. Questo è il primo tempo di cinque, abbiamo altre partite”, ha commentato Amadeus in sala stampa. Il conduttore, dunque, non si scompone e rimane concentrato. Il direttore di Rai1 Stefano Coletta aggiunge: “C’è bisogno di autenticità. Ieri sera ha vinto la qualità, soprattutto l’autenticità di un racconto”.
Sanremo 2020, Amadeus e la sfida vinta
Il vincitore della prima serata del Festival è proprio il racconto, o meglio, il modo in cui è stato costruito. 4 Nuove Proposte, 12 Big, un numero imprecisato di ospiti e una scaletta inevitabilmente molto lunga. Nonostante ciò, lo spettacolo non ha perso ritmo, si è mantenuto veloce e i momenti di stanchezza sono stati inesistenti.
Accettando la conduzione di Sanremo 2020, Amadeus ha rischiato la carriera. E ha fatto bene, benissimo. Superare gli ascolti ottenuti da Carlo Conti e Claudio Baglioni era impresa ardua, quasi impossibile. Invece ci è riuscito.
Le polemiche avrebbero potuto schiacciarlo, invece Amadeus ha risposto con fermezza, professionalità e apparente noncuranza. Non solo. Ha fatto un passo indietro, si è sottratto per lasciare spazio ai suoi compagni di viaggio.
I compagni di viaggio del Festival
Fiorello, l’amico di sempre, autorizzato a dire e fare qualsiasi cosa perché sai che guardate nella stessa direzione e che non hai nulla di cui temere. Dall’apertura nei panni di Padre Rosario alle incursioni sul palco, ha intrattenuto senza strafare, ha coinvolto senza oscurare il padrone di casa. La solidarietà tra uomini esiste.
Rula Jebreal, la presenza di peso, che con un monologo entra nella storia del Festival di Sanremo. La sua testimonianza è uno schiaffo in pieno viso, un pugno nello stomaco che lascia doloranti.
Al Bano e Romina, la certezza, il simbolo dell’amore. Il loro arrivo sul palco, introdotto dalla figlia Romina Jr, ha avuto una funzione precisa: rappresentare la famiglia e la storia della kermesse; celebrare i 70 anni del Festival con una fotografia dai molteplici significati che accomuna diverse generazioni.
Tiziano Ferro, l’emozione. Il palco dell’Ariston fa tremare le gambe a chiunque e Ferro non ne è uscito indenne. Le lacrime sulle note di Almeno tu nell’universo hanno lasciato trasparire la tenerezza e la difficoltà ad approcciarsi a un’artista immensa come Mia Martini.
Emma Marrone, la bravura, il talento che forse, dopo anni di pregiudizi, viene finalmente riconosciuto. Il medley dei suoi più grandi successi arriva a febbraio 2020, pochi giorni prima dell’uscita de Gli anni più belli, il nuovo film di Gabriele Muccino, in cui debutta come attrice, e pochi mesi dopo l’operazione che ha dovuto subire. Sul palco ha portato la sua personalità, accompagnata da una nuova luce: la consapevolezza.
Diletta Leotta, la nota un po’ stonata. Tanto perfetta nell’outfit quanto impostata nella conduzione, la sua presenza è sembrata un’occasione sprecata. Dovrebbe lasciarsi andare, persino abbandonarsi all’imprevisto; di certo risulterebbe più naturale, più simpatica e più autentica.
Il Sanremo di Amadeus, buona la prima
Nel complesso, la prima serata del Festival di Sanremo 2020 è stata assolutamente all’altezza delle aspettative. Sanremo 70 si preannuncia vincente. Lo show è costruito bene, nulla è lasciato al caso, ma il fil rouge è la leggerezza. Sembra una grande festa, il padrone di casa Amadeus si diverte, così come si divertono i sodali Fiorello e Tiziano Ferro. Riserverà grandi sorprese.
Dunque, grazie Amadeus, per questo spettacolo energico e ritmato. Grazie per aver costruito uno show pop, trasversale, tradizionale e moderno insieme, che accontenta tutti i gusti senza risultare artificioso. E scusa per i pregiudizi, le polemiche pretestuose e la voglia – tipicamente italiana – di denigrare a prescindere. Infine, scusa per gli innumerevoli ravveduti che, dopo l’uscita dei dati Auditel, saliranno sul carro dei vincitori. Hai già dimostrato di essere all’altezza del compito che ti è stato affidato. Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
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