Felicissima Sera, Pio e Amedeo promossi e politicamente scorretti

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Pio e Amedeo sono cresciuti. Venerdì 30 aprile hanno condotto la terza e ultima puntata di Felicissima Sera, un programma che, sin dal suo esordio, ha riacceso il venerdì sera di Canale 5. Inoltre, si è fatto portatore di una scelta di non poco conto: il ripristino del varietà.

Sin dalla sigla iniziale, Pio e Amedeo hanno dichiarato apertamente il loro intento: un grande show con sigla e corpo di ballo, luci e pubblico, studio degno di un grande spettacolo, come non se ne vedevano da un (bel) po’. Almeno sulle reti Mediaset.

Un successo inaspettato

Dati per spacciati ancora prima del debutto, trionfano, battono Rai 1, vincono la serata  e sono al centro della scelta mediatica. I detrattori li accusano di essere volgari, fuori luogo e fuori posto. I numeri e la scrittura dimostrano il contrario. Numeri a parte, sono stati attaccati su più fronti. Sono stati criticati, insultati, tacciati di razzismo, accusati di omofobia, definiti incapaci, immeritevoli di calcare un palco televisivo in prima serata.

Invece, hanno dimostrato di essere all’altezza. Oltre qualsiasi aspettativa. I numeri, dicevamo. La prima puntata ha portato a casa risultati importanti: grazie ai loro 4 milioni di spettatori, Canale 5 vince la serata. ‘La seconda puntata calano, è fisiologico’, dicevano esperti e addetti ai lavori. Invece, Felicissima Sera cresce ancora e Pio e Amedeo alzano l’asticella. La terza e ultima puntata, in onda venerdì 30 aprile, totalizza 4.331.000 telespettatori con il 22,49% di share. Battono Top Dieci e regalano a Canale 5 un dato importante.
Con Felicissima Sera, Pio e Amedeo smontano il politically correct, costruiscono monologhi sul filo del rasoio, alimentano la polemica e possono farlo grazie all’ironia che li contraddistingue e che pretendono di applicare a qualsiasi circostanza e con chiunque. Anzi, l’autoironia, ‘il vaccino contro qualsiasi virus’.

Comicità irriverente

Nei giorni precedenti alla messa in onda avevano anticipato che avrebbero parlato di donne, gay e neri senza paletti. I social e parte del pubblico insorgono. Loro se ne fregano e vanno avanti comunque perché nella polemica ci sguazzano, anzi la cavalcano, per poi uscirne vincenti grazie ai contenuti.
Nonostante le battute a volte eccessive e il modo di fare volutamente grezzo, Pio e Amedeo hanno qualcosa da dire, portano avanti un pensiero, che è anni luce distante dal patriarcato, dal razzismo e dall’omofobia. Fanno una disamina della realtà storica, del presente, dei rischi del politically correct a tutti i costi. La loro è una comicità eccessiva, senza censure, irriverente, ma mai offensiva. Sono così, prendere o lasciare. Una comicità che per esser capita appieno necessita di attenzione.
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Lo scotto di Emigratis

Nell’immaginario collettivo sono i cafoni Emigratis ed è per questo, forse, che non è concesso loro di parlare di qualsiasi argomento e di farlo a modo loro. Se le stesse tematiche fossero state affrontate da altri, con toni più moderati, ma portatori dello stesso messaggio, si sarebbe sollevato lo stesso polverone? A nostro avviso no.
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Felicissima Sera, il ritorno del varietà

Felicissima Sera è un programma ben costruito e ben scritto. Sono una fucina di idee, messe in scena in modo intelligente. Piaccia o meno, Pio e Amedeo hanno ricostruito il varietà. Canale 5 ha fatto bene a scommettere sul duo foggiano Il rischio era alto, invece hanno dato prova della loro caratura artistica.
Nel loro salotto si sono alternati personaggi pubblici molto popolari, riuscendo a mischiare alto e basso, anche coinvolgendo nomi ‘di nicchia’, come nel caso di Piergiorgio Odifreddi. Nelle tre puntate hanno preso in giro format forti, colonne portanti della televisione italiana (Che tempo che fa, C’è posta per te), reinterpretandoli a modo loro.
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Il monologo sul politically correct è quanto di più scorretto ci possa essere in televisione in questo momento storico. Alcune batture sono state forti, forse troppo, e hanno fatto storcere parecchi nasi. Il messaggio ai gay (‘Ridete quando vi dicono fr***o’) è stato criticato sui social. Su Twitter centinaia di testimonianze di ragazzi vittime di aggressioni omofobe si sono sentiti chiamati in causa. Giustissimo.
Il messaggio lanciato da Pio e Amedeo dal palco di Felicissima Sera è tutt’altro che razzista e discriminatorio. Al più, utopistico, ma sognare una società migliore non fa mai male. Forse è semplicistico pensare che in tutte le situazioni basti fare spallucce per non incorrere in pericolo, ma è sempre meglio uno sguardo positivo e sognante di uno frustrato e pessimista.
A dispetto delle apparenze, la loro non è (più) una comicità immediata, ma una comicità sottile, che va analizzata, compresa e metabolizzata. Considerati dal grande pubblico comici beceri, si sono dimostrati invece molto fini nei ragionamenti. Graffianti, sì, ma profondi, travestiti da comici irriverenti.
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L’obiettivo di Felicissima Sera

Pio e Amedeo si sono congedati da Felicissima Sera con un saluto di commiato che ben esplicita l’intento del programma e dei loro messaggi, talvolta forti, fortissimi, quasi impossibili da accettare.
‘Siamo arrivati alla fine di questo viaggio e siamo stati fortunati a poterlo fare. Siamo stati travolti dal vostro affetto in maniera smisurata’, dicono. ‘Abbiamo cercato di portare un pizzico normalità nelle vostre case, speriamo di esserci riusciti perché questo è il nostro compito‘. E polemiche a parte, la leggerezza l’hanno portata, anche più del previsto.
‘Felicissima Sera non è stato solo la realizzazione di un sogno, ma un abbraccio per tutti voi (…) Le tempeste si affrontano tutti insieme. Ci siamo abbracciati con tutti gli ospiti che si sono avvicendati, anche a costo di prendere delle critiche e di sembrare irrispettosi. C’è sempre un abbraccio nuovo da aspettare e il nostro speriamo che vi sia arrivato. (…) Non dovessimo rivederci, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte’. A chiudere, un emozionante abbraccio collettivo con mascherine sulle note di Abbracciame di Andrea Sannino.

Il commento di Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5

Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5, commenta così il successo del programma: ‘Grazie a Pio e Amedeo e alla loro Felicissima Sera, Canale 5 ha regalato al suo pubblico uno show intelligente, innovativo e originale. Una scelta editoriale ideale per l’ammiraglia Mediaset, per il cui contributo ringrazio i nostri Pio e Amedeo, gli autori, la regia, la squadra produttiva e tutti i grandi ospiti intervenuti’.
Canale 5 ha fatto bene a scommettere su Pio e Amedeo, dicevamo. I numeri lo dimostrano e anche i contenuti. Nonostante le polemiche, Felicissima Sera è il varietà di cui Mediaset aveva e ha bisogno. Il varietà di cui la televisione ha ancora bisogno e che il pubblico, dati alla mano, richiede a gran voce. Infine, è la dimostrazione che sperimentare sul piccolo schermo è ancora possibile.

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