Chi c’è nel cast di Esterno notte? Ad interpretare un imperturbabile Aldo Moro, nella serie tv-evento del regista Marco Bellocchio, è uno staordinario Fabrizio Gifuni. Nella nuova serie, della durata di circa 6 ore, le 3 puntate che Rai 1 manda in onda lunedì 14, martedì 15 e giovedì 17 novembre 2022, l’attore romano convince per tempra attoriale e per capacità di identificazione, quasi totale, con il personaggio. Gli somiglia non soltanto nella parte psicologica. Sembra lui finanche nel tono di voce e nell’immagine corporea.
Chi c’è nel cast della serie tv Esterno notte
La parte 1 di Esterno notte, serie ambientata nel marzo e aprile del 1978, l’anno del rapimento, si apre con Aldo Moro in un letto d’ospedale, mentre Giulio Andreotti, nel cast interpretato dall’attore toscano Fabrizio Contri, parla della liberazione del Presidente della Democrazia Cristiana.
Fabrizio Gifuni è uno straordinario Aldo Moro
Seguono, quindi, gli scontri armati in piazza e il discorso di Moro ai partiti per la formazione del governo di unità. Tuttavia, l’incontro apparentemente decisivo è quello con il Ministro degli Interni, Francesco Cossiga. In questo caso, infatti, la figura del Ministro, nel cast di Esterno Notte interpretato dall’attore siciliano Fausto Russo Alesi, sembra quella di un uomo assai diviso tra Ragion di Stato e di Uomo. ‘La goccia scava la pietra’ e ‘La Politica ha un prezzo’ sono le frasi clou usate durante l’incontro dal Presidente della DC.
Quali attori interpretano Cossiga e Andreotti
C’è, poi, l’Aldo Moro familiare. Esiste nel rapporto di marito ansioso con la moglie Nora Chiavarelli. Ad interpretare il personaggio-sfondo di Nora è l’attrice nel cast, stilosa e a tratti schiva, Margherita Buy. Questo aspetto familiare, però, compare anche nella figura di padre buono con le figlie Maria Fida e Agnese. In questo caso, le giovani attrici sono Aurora Peres ed Eva Cela. Quindi, il Moro-Cattolico che va in chiesa e che incontra faccia a faccia Paolo VI, nel cast interpretato da un Toni Servillo d’impatto. Nei panni del Pontefice prima della morte, Servillo si divide tra senso di responsabilità, richieste del mondo cattolico e misericordia.
Margherita Buy nei panni della moglie Nora
Ancora, il Moro-professore universitario, in aula anche attaccato dai proletari e per cui l’accusa è quella di deformare le coscienze a senso unico. Dunque, la prima parte della prima puntata di Esterno notte di Marco Bellocchio finisce con un momento assai tensivo. Quale? Quello del rapimento di Aldo Moro, in Via Fani a Roma, mentre il governo di unità è sotto giuramento e Bruno Vespa annuncia la tragica notizia su Rai 1.
Qual è la trama della prima puntata su Rai 1
Nel secondo episodio della prima puntata, l’intenzione generale pare invece quella di salvare la vita di Moro nel rispetto della Costituzione. Tuttavia, avanzano i dubbi sulle indagini per il rapimento e il racconto sembra finalmente spostarsi all’esterno. La trama vede infatti un po’ più protagonista la figura di Francesco Cossiga, tra rivelazioni sulla brigatista Adriana Faranda (Daniela Marra), frasi ambigue sussurrate a Domenico Spinella (Pier Giorgio Bellocchio), a capo delle indagini e i primi comunicati delle Brigate Rosse; sono comunicati che aprono o chiudono, a seconda dei punti di vista, le trattative pubbliche e private per il rilascio. Si opta così per il rastrellamento su tutta Roma, mentre ci sono anche lo sfogo del ‘folle’ Ministro degli Interni con lo psichiatra, i falsi allarmi in strada, l’arrivo del consulente americano, la visita alla clinica per un paziente sospetto e infine l’annuncio che Moro è ‘condannato a morte’ dal popolo.
La recensione della parte 1 di Effetto notte
Parafrasando la recensione di Libération, secondo cui Marco Bellocchio ‘trasforma il piombo in oro’, quello che sorprende, già nella parte 1 di Effetto notte, è la capacità attualizzante dei fatti narrati nella serie tv e quella di rendere particolarmente accessibili al pubblico a casa personaggi davvero molto complessi. Inoltre, la ricercatezza per la parte musicale, un cast attoriale fatto di numeri uno e una sapiente regia, che mette in primo piano aspetti inediti e condensati favoriscono quella riflessione necessaria rispetto ai momenti di buio e di non conoscenza su questa vicenda. Insomma: un caso visto da fuori, dall’esterno appunto e per cui lucidità nel racconto e accuse – mai così dirette in termini di responsabilità – contribuiscono a dare alla serie una patina non noiosa, ma tensiva per il racconto. La verità, sembra voler dire Bellocchio, è prima di tutto soggettiva ed esperienza narrata, a se stessi come agli altri.
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